La mente, frastornata dai dubbi incerta nel far luce su idee o azioni da compiere ritrova nelle pagine del libro possibili risposte, anche se i tempi del racconto non combaciano con il presente.
Rimbalza un naturale confronto che porta il lettore ad azzerare il presente e la distanza dal testo e lo trasporta a rielaborare e rivivere ciò che avviene nelle pagine come contraltare per ripensare ai problemi della propria vita, impegnandolo in un pensare e in una scelta che abbraccia una responsabilità etica e sociale.
Oggi, lo studio della letteratura, la lettura, viene ridimensionata di molto per l’ uso scorretto delle tecnologie, per l’ esagerata familiarità con i social e la soccombenza alla AI che abitua ad un esercizio di lettura che segue schemi prestabiliti, cogliendo dei testi solo una non meglio identificata interscambiabilità, come se la superficialità della navigazione in Internet si rispecchiasse in quello che diviene uno sfoglio di pagine ben lontano dalla profondità di analisi che la lettura richiede.
Tutto questo un ‘classico’ non lo consente ; neppure in edizione economica, neanche se è in bella mostra nelle edicole o in versione e book.
Classico riporta alle nostre origini, non solo storiche, a quelle radici che parlano il linguaggio intimo del sé, a quei modelli forti dei quali abbiamo bisogno, vissuti e stratificati come punti di riferimento per le nostre esperienze, classico è patrimonio dell’umanità.
Opere anche non lontane nel tempo possono essere considerate classiche se nel loro linguaggio estendono il significato, allargando il patrimonio dell’immaginario del fruitore; l’esperienza delle avanguardie lo insegna.
Infine, pur mantenendo la sua identità, classico insegna e pratica un confronto e un dialogo con il diverso che ritroviamo nei nostri pensieri ed emozioni, permettendo al classico stesso di vivere e rivivere più volte e per sempre, con la medesima forza immaginifica e profondità critica.
" testo di Rita Felerico "